Buon Vento! Un nuovo progetto in partenariato per educare per mare
È iniziato i primi di maggio il progetto “Buon Vento”, parzialmente finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali per attività educative e di formazione rivolte a minori con disabilità cognitiva o motoria o giovani provenienti dal circuito penale minorile. Il progetto, che avrà durata di 18 mesi, ci vedrà coinvolti come capofila a fianco di altri sette enti partner:
- l’Associazione Scugnizzi a vela ODV (di Napoli),
- Salpiamo APS-ETS (di Taranto),
- l’Unione Italiana vela solidale APS – ETS (di Frascati),
- Gv3 – A Gonfie Vele verso la vita – APS SD – ETS (di Brindisi)
- il Centro Koros APS-ETS (di Catania),
- l’Associazione Banco Alimentare Toscana DV – ETS,
- La Nave di Carta APS (di La Spezia).
Le attività programmate da I Tetragonauti APS saranno di varia natura e suddivise all’interno di un modulo breve, un modulo medio e un modulo lungo di navigazione. In totale, saranno organizzati in un anno 13 incontri pre imbarco, 24 post imbarco e quasi 130 giorni di navigazione. Un totale di 46 ragazze e ragazzi beneficerà dell’esperienza proposta.
Tra le attività più complesse, un periodo di navigazione di 100 giorni permetterà a otto minori che si trovano in situazioni di fragilità e povertà educativa di intraprendere un percorso di crescita individuale. Durante 10 giorni, verranno inoltre accompagnati nell’esperienza della vita comunitaria in barca da 4 persone affette da disabilità.
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È iniziato i primi di maggio il progetto “Buon Vento”, parzialmente finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali per attività educative e di formazione rivolte a minori con disabilità cognitiva o motoria o giovani provenienti dal circuito penale minorile. Il progetto, che avrà durata di 18 mesi, ci vedrà coinvolti come capofila a fianco di altri sette enti partner:
- l’Associazione Scugnizzi a vela ODV (di Napoli),
- Salpiamo APS-ETS (di Taranto),
- l’Unione Italiana vela solidale APS – ETS (di Frascati),
- Gv3 – A Gonfie Vele verso la vita – APS SD – ETS (di Brindisi)
- il Centro Koros APS-ETS (di Catania),
- l’Associazione Banco Alimentare Toscana DV – ETS,
- La Nave di Carta APS (di La Spezia).
Le attività programmate da I Tetragonauti APS saranno di varia natura e suddivise all’interno di un modulo breve, un modulo medio e un modulo lungo di navigazione. In totale, saranno organizzati in un anno 13 incontri pre imbarco, 24 post imbarco e quasi 130 giorni di navigazione. Un totale di 46 ragazze e ragazzi beneficerà dell’esperienza proposta.
Tra le attività più complesse, un periodo di navigazione di 100 giorni permetterà a otto minori che si trovano in situazioni di fragilità e povertà educativa di intraprendere un percorso di crescita individuale. Durante 10 giorni, verranno inoltre accompagnati nell’esperienza della vita comunitaria in barca da 4 persone affette da disabilità.
Read MoreAdolescenti e Pandemia. Come “A scuola per mare” si sta adattando alle nuove esigenze dei giovani
Nuove fragilità, nuovi bisogni. Anche il progetto “A Scuola per Mare” avverte il cambiamento che sta interessando gli adolescenti reduci dal biennio di isolamento sociale obbligato e di prolungata didattica a distanza. L’esperienza del modulo primaverile ha messo in evidenza una serie di particolari fragilità dei ragazzi esplose durante il periodo di navigazione. Un contesto nuovo che richiama la necessità di re-orientare l’offerta educativa del progetto per meglio rispondere alle esigenze che sono emerse.
Ne abbiamo parlato con Gabriele Gaudenzi, responsabile di A Scuola per Mare?
Qual è la realtà che avete incontrato in barca?
Ci stiamo confrontando con un mondo che non è quello pre pandemia, che non è quello del 2018 quando abbiamo scritto il nostro progetto. Ovviamente non è una valutazione solo nostra, è ciò che ha constatato la generalità degli attori – penso alle realtà del Terzo Settore ma anche alle istituzioni pubbliche – che hanno la mission di lavorare con i ragazzi. Ci si trova di fronte persone che portano i segni di una dimensione di fatica e sofferenza diversa da quella che era solo tre anni fa.
Qual è stato il momento più difficile durante l’ultima navigazione?
La gestione del gruppo è stata complessa praticamente sin dalla fase di avvio. Di momenti difficili purtroppo ce ne sono stati diversi. In generale possiamo dire che abbiamo avvertito subito quanto i ragazzi facessero fatica a stare in equilibrio. Abbiamo assistito a crisi di rabbia, autolesionismo. Per fortuna non ci sono state situazioni gravi, ma non è stato semplice affrontare nel migliore dei modi questi scoppi di violenza.
C’è una relazione tra queste situazioni di disagio e l’esperienza della Pandemia?
Non ho elementi scientifici, ovviamente, per stabilire un rapporto diretto di causa-effetto tra la Pandemia e la situazione dei ragazzi. Certo, credo che il contesto abbia in generale amplificato il disagio e la sofferenza. Qualcosa evidentemente è cambiato e anche noi, come educatori, abbiamo la responsabilità di attrezzarci nel migliore dei modi per affrontare questa realtà.
Cosa è possibile fare per far sì che il progetto affronti in modo efficace la nuova situazione?
Intanto, vorrei sottolineare quanto il radicamento del progetto in cinque diverse regioni, sia stato uno strumento utile alla lettura del periodo che stiamo attraversando. Abbiamo compreso che i problemi e le difficoltà dei ragazzi sono comuni a tutti territori in cui operiamo, dal Nord al Sud. Quale la direzione in cui riorientare il progetto? Stiamo lavorando per potenziare la presenza educativa. Nelle settimane appena trascorse ci siamo trovati a dover gestire situazioni nuove, ad esempio la necessità da parte di alcuni ragazzi di assumere quotidiane terapie per il controllo dell’umore oppure tutte le problematiche connesse ad un uso importante di sostanze stupefacenti o alcol. Come educatori ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo cercato di acquisire ulteriori competenze ed esperienze; ci sarà un ancora maggiore coinvolgimento sia all’interno del progetto che con i servizi di provenienza dei ragazzi, di professionalità specifiche (pedagogisti, psicoterapeuti, counselor) proprio per garantire una completezza di risposte che sia la più efficace possibile per affrontare le singole difficoltà.
Il tema quindi è fornire agli educatori nuove competenze?
Gli educatori devono acquisire competenze ma anche più semplicemente esperienza. Non è pensabile che gli educatori diventino tuttologi, ma la loro professionalità può certo arricchirsi. E’ importante rendersi conto che talvolta non è sufficiente un intervento educativo per affrontare fragilità psicologiche che possono avere un’origine profonda e complessa ed allora è bene avere l’umiltà di chiedere appoggio e collaborazione a figure professionali specifiche. Non è un caso se alcune attività del progetto stanno acquisendo un peso via via maggiore, penso ad esempio al percorso sulla narrazione iniziato con Bianca Borriello e Stefano D’Andrea, o agli interventi sulla comunicazione emotiva della pedagogista Nicoletta Sensi, che ci segue da molti anni e ci ha aiutato nella stessa scrittura del progetto. Ci aiuta molto anche lavorare in rapporto strettissimo con i servizi invianti che hanno in carico i ragazzi. E poi c’è l’équipe educativa, composta non solo degli operatori di bordo ma anche da quelli di terra afferenti ai diversi partner territoriali, tra i quali, per fortuna, possiamo contare su competenze diverse e molto forti: psicologi, counselor, insegnanti, …. Tra queste , molto preziosa nell’ultimo modulo è la figura di psicoterapeuta Francesca Andreozzi, non a caso più presente a bordo negli ultimi mesi rispetto al passato, che stiamo valutando di attivare come figura fissa di psicoterapeuta di bordo nelle situazioni in cui è necessario un intervento maggiore.
Tiriamo le somme per i ragazzi che hanno completato la navigazione?
Ognuno di loro ha vissuto l’esperienza dei 100 giorni in mare con modalità diverse, devo dire che abbiamo ottenuto per tutti dei risultati interessanti. E ritengo che ognuno di loro oggi, al termine del viaggio, sia molto più consapevole di sé e abbia molti più strumenti per riorientare il proprio futuro. Non è stata un’esperienza semplice, per loro è stata però l’occasione per guardarsi dentro, scoprire parti di sé che non conoscevano e credo che da qui si debba partire per proseguire il lavoro a terra che è parte fondamentale del nostro progetto.
E quelli che hanno lasciato prima dei cento giorni?
I ragazzi che hanno abbandonato la navigazione sono tuttora seguiti dagli educatori nei territori. Abbiamo interrotto la relazione solo con uno di loro perché, d’accordo con lui, la famiglia e i servizi invianti, si è valutato un percorso diverso.
E’ possibile un primo parziale bilancio dell’attività educativa?
I risultati, fino ad ora, sono stati positivi. Devo dire che noi, in barca, abbiamo fatto un pezzo, ma non posso non evidenziare il lavoro nel pre e post navigazione, svolto dagli educatori territoriali che hanno accompagnato i ragazzi anche molto oltre i termini stabiliti dal progetto. I feedback che ci stanno arrivando sono incoraggianti, un quadro più sistematico ce lo avremo quando sarà ultimato il lavoro in corso per la valutazione di impatto a medio-lungo termine che fa capo all’Università di Sassari.
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Read MoreI Tetragonauti e A scuola per mare aderiscono a Settimana Viva!
Quali sono i segnali che indicano quando una persona si trova in uno stato di sospetto arresto cardiaco? Come posso soccorrerla? Come effettuare la rianimazione cardiopolmonare e come utilizzare il defibrillatore?
Sono solo alcuni dei quesiti su cui si focalizzerà il corso di primo soccorso che Daniela Carmignani, operatore di IRC (Italian Resuscitation Council) terrà ai ragazzi del modulo autunnale di A Scuola per Mare. Tre giorni di full immersion – dal 13 al 16 ottobre – che cadono in concomitanza con la Viva!, la Settimana per la Rianimazione Cardiopolmonare. IRC è una associazione scientifica senza scopo di lucro che conduce da anni un’intensa opera di formazione sotto l’egida dell’European Resuscitation Council (ERC).
L’esperienza a bordo di Lady Lauren viene riproposta sulla scorta dei positivi riscontri ottenuti in primavera con il precedente gruppo di ragazzi. “L’obiettivo – spiega Daniela, da molti anni volontaria dell’Aps I Tetragonauti – è trasmettere loro le competenze di base necessarie in un’eventuale situazione di emergenza”. Daniela si imbarcherà mercoledì 13 ottobre a La Spezia, poi la navigazione verso Livorno e l’Isola d’Elba.
Il tema è di particolare rilievo. Ogni anno in Europa 400.000 persone sono colpite da arresto cardiaco improvviso: molte di queste potrebbero essere salvate se chi è loro vicino fosse in grado di soccorrerle tempestivamente con manovre semplici da eseguire. Per questo motivo, il 14 giugno 2012 il Parlamento europeo ha invitato gli Stati membri a realizzare iniziative che aiutino tutti i cittadini e gli operatori sanitari a saperne di più su come soccorre una persona che abbia un arresto cardiaco improvviso. Da allora è stato istituito un giorno dedicato alla Rianimazione Cardiopolmonare che cade ogni 16 ottobre e Viva! è la settimana che lo contiene.
Ognuno di noi può salvare una vita. Il messaggio è stato rafforzato dalla legge sui defibrillatori automatici esterni (DAE) approvata lo scorso 28 luglio che, tra le principali novità, prevede l’obbligo dell’introduzione a scuola dell’insegnamento delle manovre di rianimazione cardiopolmonare, l’obbligo per le società sportive professionistiche e dilettantistiche di dotarsi di defibrillatori, uno stanziamento di 10 milioni di euro per la diffusione nei prossimi cinque anni dei DAE in luoghi molto frequentati come aeroporti, stazioni ferroviarie, porti, scuole e università e sui mezzi di trasporto (aerei, treni, navi).
Formare gli operatori sanitari ma anche le persone comuni è fondamentale: se una persona in arresto cardiaco viene soccorso entro due minuti, la sua probabilità di sopravvivenza raddoppia o triplica.
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Read MoreBene comune, giustizia sociale, legalità: le giornate speciali all’Asinara e il ricordo di Pippo Fava
C’è bisogno di tempo per fare decantare queste giornate così intense a bordo della Lady Lauren insieme ai ragazzi del modulo autunnale di A scuola per mare. Siamo stati al Parco Nazionale dell’Asinara – Area Marina Protetta , abbiamo avuto modo di osservare questa splendida isola, di conoscerla e apprezzarla sia in superficie che sott’acqua. Durante le escursioni con Shardana escursioni Asinara abbiamo ascoltato la sua storia passata e abbiamo vissuto il suo presente, fatto di natura. La bellezza di un luogo dipende da quanto ci impegniamo a rispettarlo e tutelarlo, da quanto riusciamo a considerarlo casa nostra, da come ce ne prendiamo cura. E questo ambiente così selvaggio, essenziale, ma allo stesso tempo accogliente, è stato il contesto ideale per confrontarci, per stare in contatto con noi stessi, riconoscere l’altro e provare a metterci in relazione. Ci siamo affidati l’uno all’altro durante le immersioni, ed è quasi venuto naturale poi provare a sperimentarlo anche fuori. Insieme alla Fondazione Giuseppe Fava abbiamo parlato di Pippo Fava, abbiamo visto il film #primachelanotte, che racconta l’esperienza del giornale del Sud e de I Siciliani, e partendo dalla storia del giornalista ucciso dalla mafia abbiamo riflettuto sul senso di lottare per i valori in cui si crede e sull’importanza di non essere soli a farlo. Abbiamo parlato di lotta alla mafia, di bene comune, di giustizia sociale e di legalità. Abbiamo incontrato anche i Ladri di Carrozzelle , ascoltato il loro concerto a Sorso, scoperto la potenza dell’autoironia e che ci sono altri modi di approcciarsi alla disabilità. È stato un momento di incontro con i colleghi degli altri territori, che hanno rivisto i ragazzi dopo un mese, e anche un ritrovarsi in carne e ossa, sguardi e abbracci, tra “compagni di viaggio”. Un viaggio ci porta a vivere le esperienze con tutti i sensi e nel qui ed ora, ma anche a portarci dietro le sensazioni che hanno bisogno di più tempo per essere assimilate, comprese, fatte proprie. Gli stimoli sono stati tantissimi, e sono certa che a bordo avranno modo di riprenderli. E mentre io sono in viaggio per rientrare a casa, il nostro equipaggio è di nuovo in viaggio verso la prossima destinazione.
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Read MoreLezioni e viaggio: A Scuola per Mare naviga anche per terra. A Monza il concerto dei Ladri di Carrozzelle
Un serata speciale nel segno dell’amicizia, della fiducia, della condivisione. Il progetto A Scuola per Mare organizza un concerto con i Ladri di Carrozzelle, storica band nata nell’estate del 1989 nell’ambito di un’attività laboratoriale della Cooperativa Arcobaleno di Frascati che coinvolge una ventina di persone con diversi tipi di disabilità.
Venerdì 8 ottobre, i Ladri di Carrozzelle si esibiranno alle 20.30 al Teatro Villoresi in piazza Carrobiolo 6 a Monza. La partecipazione allo spettacolo è gratuita sino al raggiungimento dei posti disponibili nel rispetto delle norme anti Covid (si accede con il Green pass, prenotazione obbligatoria al numero 039 323954 o via email a concerto.avita@gmail.com). L’iniziativa è promossa con il patrocinio del Comune di Monza.
I Ladri di Carrozzelle nei loro concerti propongono un genere musicale originale, lo SBROCK, e attraverso la loro leggerezza, l’ottimismo e il buonumore tentano di sensibilizzare gli spettatori sui temi della disabilitò e dell’inclusione.
Alla giornata parteciperà anche il gruppo dei dieci ragazzi coinvolti nell’esperienza del “modulo territoriale” promosso a Monza dall’Associazione Antonia Vita Carrobiolo nell’ambito di A Scuola per Mare, progetto nazionale che coinvolge cinque regioni (Sicilia, Lazio, Lombardia, Sardegna, Campania) e che ha come focus gli adolescenti, di entrambi i sessi che incontrano difficoltà a completare il ciclo di studi.
La sfida è quella di offrire ai ragazzi, tutti tra i 14 e i 18 anni di età ed a rischio dispersione scolastica, un’occasione di rimotivazione e riorientamento. Il progetto prevede sei mesi di attività, da gennaio a giugno. In collaborazione con le scuole del territorio e le famiglie, viene definito un percorso didattico personalizzato che si sviluppa attraverso lezioni quotidiane nella sede del Carrobiolo. Accanto ai ragazzi è impegnata un èquipe di quattro educatori coordinata da Alessandra Bulzomì; prezioso il contributo di quaranta docenti-volontari. All’interno del “modulo territoriale” è prevista un’esperienza di viaggio di 40 giorni, per mare e per terra (navigazione in barca a vela ma anche trekking in montagna).
“I risultati ottenuti – dice Simona Ravizza, direttrice dell’Associazione Antonia Vita Carrobiolo – ci indicano quanto sia efficace, dal punto di vista educativo, la componente esperienzale. Fare in prima persona, verificare su di sé ciò che si apprende è uno straordinario strumento per trovare fiducia in se stessi, acquisire punti di riferimento rispetto al proprio percorso di crescita”.
Il “modulo territoriale” di A Scuola per Mare ha potuto svilupparsi sulla scorta dell’esperienza e delle relazioni con le scuole del territorio sviluppate nell’arco di oltre vent’anni di attività dall’Associazione Antonia Vita che, al Carrobiolo di Monza, ha realizzato un vero e proprio centro educativo in grado oggi di mettere in campo un’offerta articolata che, nei diversi servizi, coinvolge circa 150 ragazzi. L’associazione monzese è una riconosciuta eccellenza nel campo del contrasto alla dispersione scolastica e il modello della scuola popolare, finalizzato al conseguimento del diploma di licenza media inferiore, è al centro di un progetto di ricerca promosso dall’Università di Milano Bicocca.
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Read MoreLa scoperta dell’Asinara e il corso di sub: crescere attraverso l’esperienza della natura
Ogni settimana è un tesoro di esperienze a bordo di Lady Lauren. I sette ragazzi che stanno partecipando al modulo autunnale del progetto A Scuola per Mare in questi giorni hanno partecipato a diverse iniziative che hanno come focus la conoscenza e la tutela dell’ambiente marino e la scoperta del territorio. Si tratta di giornate preziose nel cammino educativo che stiamo affrontando insieme a loro ed il riscontro di meraviglia ed entusiasmo che ritroviamo nei ragazzi confermano che non si tratta di un lavoro vano o di relativa importanza.
E’ stata preziosa l’escursione al Parco Nazionale dell’Asinara – Area Marina Protetta , per scoprire la storia dell’isola e la sua bellezza selvaggia. Nelly, la simpaticissima guida di Shardana escursioni Asinara ci ha accompagnato da sud a nord, dalla baia di Fornelli a Punta della Scomunica, raccontandoci delle dominazioni che nei secoli si sono alternate, della colonia penale e del Lazzaretto, della biodiversità dell’isola (la Centaurea Horrida ad esempio è una pianta endemica nata nel paleolitico e mai cambiata) e delle attività che svolge il Parco per mantenere questo paradiso incontaminato.
Sempre in questi giorni abbiamo cominciato con i ragazzi il corso di subacquea, un po’ di teoria e la prima prova in acqua. La sfida è accompagnare i ragazzi alla scoperta dell’ambiente marino, ma non c’è solo questo. La prima regola è quella di non immergersi mai da soli, sempre in coppia. Un po’ come in barca a vela, durante le immersioni è fondamentale rispettare le regole, autocontrollo e valore della disciplina sono decisive. Come nella vita.
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Read More“Ragazzi, ce l’abbiamo fatta”. Francesco, Cecilia e gli altri un anno dopo
“Grande giorno, ho superato la prova scritta della patente nautica”. E’ un traguardo speciale quello raggiunto da Francesco ed è un traguardo che tutta la comunità di A Scuola per Mare festeggia con lui. Sì perché l’esame superato, oggi, arriva alla fine di un lungo percorso insieme, un percorso iniziato, più di un anno fa, innanzi tutto con Aps Giovani per il Sociale di Porto Torres, l’associazione partner del progetto in Sardegna. “Miglia e miglia di navigazione, studio, incontri con persone speciali, imbarchi formativi, fatica, emozione, impegno, costanza, determinazione, momenti faticosi, ma il mare sempre il mare è ricco di opportunità, risorse e prospettive” dice Francesco che in questo periodo, nel settembre del 2020, si imbarcava su Lady Lauren.
L’esperienza del mare, i cinquanta giorni di navigazione, hanno aperto nuovi orizzonti ed è proprio questo il valore più importante nel nostro lavoro con i ragazzi. “Ricordo di essere sbarcato da Lady Lauren con la salsedine addosso, il vento che ha spazzato tanto del mio vissuto allo sbaraglio. L’esperienza di A Scuola per Mare è stato un cambio di rotta”. Un cambio di rotta che oggi si traduce nella partecipazione al progetto Futuro Blu e nella sfida personale a fare della passione per il mare un lavoro.
Quella di Francesco non è una storia isolata. La proposta educativa messa a fuoco dal progetto è confortata dai risultati, non solo numeri ma storie di persone, adolescenti che si avvicinano a quella delicata linea d’ombra che definisce il passaggio alla maturità. A bordo, con Francesco, c’era ad esempio Cecilia. Anche la sua è una storia di fiducia ritrovata. Una storia che non ha esitato a raccontare in uno studio televisivo, alla trasmissione di Raidue I Fatti Vostri. Cosa le è rimasto di A Scuola per Mare? “Tanto, tantissimo, me lo tengo stretto, è tutto mio” dice. Anche nel suo caso l’esperienza di navigazione è stata un cambio di rotta: “A scuola non ci andavo e quando c’ero, non ero mai sul pezzo, mi distraevo sempre” racconta. Al rientro una storia tutta diversa: quest’estate l’esame di maturità, superato con i complimenti dei commissari, ora il progetto dell’università.
Cecilia e con lei Daniel, altro ragazzo del precedente gruppo, ha voluto partecipare di persone quando, a fine agosto, è partito da Porto Torres il nuovo gruppo del modulo autunnale. Era un modo per passare il testimone, incoraggiare chi è venuto dopo di loro, dare un segnale di sostegno agli educatori. Anche questo un segnale di quanto in questo anno siano diventati grandi.
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Read MoreA SCUOLA PER MARE RIPARTE DA PORTO TORRES. AMBIENTE, LEGALITA’, CONDIVISIONE
Sette adolescenti di età compresa tra i 14 e i 18 anni, 85 giorni di navigazione ed una grande barca a vela che si trasforma in scuola e palestra educativa. Non è suonata la campanella ma la scuola per loro è già cominciata con la ripartenza, dalla Sardegna, del progetto “A Scuola per Mare”.
Il gruppo, partito da Porto Torres, è composto da sei ragazzi e una ragazza. Tre di loro frequentano l’istituto nautico, uno il linguistico, altri sono iscritti ai corsi di formazione professionale, uno di loro ha appena terminato il liceo scientifico-sportivo. Tutti hanno deciso di mettersi in gioco in una grande sfida personale. Tre provengono dal circuito penale minorile e sono in messa ala prova. Con loro, a bordo, uno staff di tre educatori coordinati da Valentina Gerli e Gabriele Gaudenzi, presidente di APS I Tetragonauti, l’associazione capofila del progetto. “L’emergenza Covid ha messo in grave difficoltà molti ragazzi allargando la forbice della diseguaglianza educativa – dice Gaudenzi – i minori in condizioni di fragilità socio-economica hanno pagato il conto più pesante per i tanti mesi di didattica a distanza. Il nostro obiettivo è dare loro una mano, offrire un’opportunità. L’esperienza maturata in diciotto anni di attività in mare con i ragazzi insegna che questo strumento funziona e dà concreti risultati”.
Ciò che aspetta i ragazzi di “A Scuola per Mare” è un lungo viaggio attraverso il Mar Tirreno in cui alla componente didattica (per ogni ragazzo è stato predisposto un percorso con la scuola di riferimento) si assoceranno numerose esperienze di particolare valore educativo. Il gruppo parteciperà alla campagna Back to life, organizzata in collaborazione con l’Acquario di Genova, che ha come obiettivo il contrasto all’abbandono della plastica in mare. Tra le attività in programma, al parco nazionale dell’Asinara, un corso con il rilascio del brevetto per l’attività subacquea.
Ancora, il gruppo sarà coinvolto in percorso focalizzato sull’educazione alla legalità che inizierà all’Asinara lì dove Giovanni Falcone e Paolo Borsellino istruirono il maxi processo, che toccherà altri luoghi simbolo della lotta alle mafie e si concluderà in Sicilia.
Un’altra esperienza di particolare valore sarà la settimana di navigazione “integrata”, dal 6 al 13 ottobre, con un gruppo di giovani con disabilità cognitiva del Servizio di formazione all’autonomia di Fagnano Olona della cooperativa sociale Il Granello. In questo periodo l’attività di A Scuola per Mare si svolgerà su due imbarcazioni: accanto a Lady Lauren, ci sarà la goletta Oloferne, messa a disposizione da Unione Vela Solidale.
Il viaggio di “A Scuola per Mare” terminerà a Catania il 15 novembre.
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Read More“QUANDO C’E’ STATO MARE MOSSO HO AVUTO PAURA MA HO IMPARATO AD AFFRONTARLA E NE SONO ORGOGLIOSA”
“La barca non la puoi gestire da solo c’è bisogno di un gruppo che ha voglia di collaborare, tutti insieme si porta avanti”.
Il pensiero è di uno dei ragazzi che in mare, in queste settimane nella zona dell’Isola d’Elba, sta affrontando i 100 giorni di navigazione a vela del progetto A Scuola per Mare.
Il focus del progetto è la dispersione scolastica; attraverso l’esperienza del mare i ragazzi sono messi in condizione di sviluppare percorsi di consapevolezza, cambiamento e crescita particolarmente significativi sul piano educativo.
In questo percorso ha grande valore l’esperienza di “navigazione integrata” che, quest’anno, dal 21 al 26 maggio, ha coinvolto un gruppo di quattro giovani con disabilità cognitiva del Servizio di Formazione all’Autonomia “La Valle del Granello” di Fagnano Olona della Cooperativa Sociale Il Granello Don Luigi Monza.
Un viaggio in mare con due parole chiave: condivisione e confronto. “Da molti anni sperimentiamo questa attività e i risultati sono sempre stati importanti – dice Gabriele Gaudenzi, presidente dell’Aps I Tetragonauti Onlus, associazione capofila di A Scuola per Mare – la barca è un grande amplificatore dei meccanismi di scoperta e riconoscimento di sé e degli altri, questo anche in relazione alle persone con disabilità nelle loro fragilità e nelle loro ricchezze. In mare si vive e si comprende quanto sia necessario l’aiuto reciproco, quanto siano preziosi il contributo e il coinvolgimento di tutto l’equipaggio”.
L’esperienza ha permesso ai ragazzi del Granello di sperimentare la propria autonomia, grazie anche alla collaborazione nella gestione della quotidianità ed alla creazione di legami significativi che hanno messo in luce i punti di contatto tra realtà diverse fra loro.
“In barca ho imparato a cucinare insieme agli altri e collaborare – dice Matteo – Mi sono divertito davvero molto, mi è piaciuto tutto. Gli altri mi davano sicurezza”.
“In barca mi è piaciuto stare al timone e provare a guidare la barca, seguendo la rotta del comandante – dice Nicolò – i ragazzi che ho conosciuto sono fantastici. Mi piacerebbe rifare questa esperienza con il cuore”.
“Quando c’è stato mare mosso ho avuto paura ma ho imparato ad affrontarla, sono orgogliosa di questo – spiega Gabriela – prima di partire avevo paura di essere giudicata, poi invece sono stati tutti gentili”.
“E’ stato difficile abituarsi alle onde che muovevano la barca ma ero molto felice di stare insieme agli altri e giocare a carte – conclude Giacomo – Mi è piaciuto fare il primo bagno in mare”.
A Scuola per Mare è un progetto nazionale che coinvolge direttamente cinque regioni (Sicilia, Lazio, Lombardia, Sardegna, Campania) e che ha come protagonisti adolescenti di età compresa tra i 14 e i 18 anni, di entrambi i sessi che incontrano difficoltà a completare il ciclo di studi. Ognuno dei ragazzi a bordo ha svolto un periodo di formazione pre-navigazione e per ognuno è stato concordato un programma didattico con le rispettive scuole. Al termine dei cento giorni in mare i ragazzi saranno accompagnati da un tutor nel percorso di rientro su un percorso scolastico/professionale, già avviato o nuovo.
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