Una newsletter per raccontarvi i viaggi “Fuori Rotta” de I Tetragonauti
Ciao Gabriele, 21 anni fa tu e Marco Spagna avete fondato i Tetragonauti. Come nacque quella decisione?
Nel 2003 facevo parte del Comitato Italiano Paralimpico e attraverso il mio lavoro mi dedicavo ai giovani con disabilità. Con Marco, che ha una storia personale di disabilità visiva, sognavamo di offrire a coloro di cui io già mi occupavo come educatore uno strumento per far fronte alla difficoltà della vita che fosse al tempo stesso efficace, entusiasmante, versatile e accogliente: una barca a vela! Così, grazie alla sua disponibilità, dal 2005 abbiamo avuto in gestione una barca meravigliosa con cui navigare, la Lady Lauren.”
I nostri progetti sono quindi rivolti a persone con disabilità?
Si, certo, ma non solo! Inizialmente portavamo a bordo due tipologie di persone: da una parte coloro che hanno una disabilità sensoriale, in particolare gli ipovedenti e i ciechi; dall’altra gruppi di adolescenti in difficoltà scolastica o sociale, a volte giovani autori di reato.
Sin da subito, però, abbiamo accolto un’idea di coprogettazione fatta di ascolto e desiderio di mettersi al servizio delle esigenze dei nostri interlocutori Già alla seconda stagione abbiamo incontrato anziani e associazioni di genitori di bambini con sindromi rare. Negli anni le associazioni partners e le comunità educative con cui abbiamo realizzato delle navigazioni si sono moltiplicate. Oggi ci contraddistingue una grande poliedricità, non abbiamo un progetto standard da offrire, lo costruiamo su misura con le organizzazioni con cui collaboriamo. La newsletter “Fuori Rotta”, che parte oggi e che uscirà una volta al mese, intende proprio narrare le storie di coloro che salgono a bordo e descrivere a chi ci segue i i cambiamenti quotidiani che ci riguardano.“
Se tu dovessi sintetizzare quali sono i più importanti tra questi cambiamenti avvenuti negli anni, quali citeresti?
Dal nostro primo viaggio in Sicilia diciannove anni fa, quando emozionati doppiavamo il capo di Portofino con i primi gruppi, ne sono successe davvero tante! Con la Lady, la nostra barca, abbiamo percorso più di 72.000 miglia, realizzato 175 progetti, di cui alcuni pluriennali, e così coinvolto circa 3500 persone e quasi 200 volontari, che rappresentano una risorsa indispensabile per I Tetragonauti!
Sicuramente ci siamo strutturati molto e offriamo servizi sempre più efficaci. Per i minori tra i 14 e i 18 anni segnalati dai Servizi Sociali o dai Centri per la Giustizia Minorile, per esempio, dal 2015 proponiamo l’esperienza della “Comunità Educativa Navigante – A Scuola per Mare”. È una navigazione lunga a cui prendono parte ragazzi di tutta Italia, che si incontrano due giorni prima di salpare e poi trascorrono 100 o 85 giorni lontani dal loro contesto d’appartenenza per scoprire parti di sé che non conoscevano, nuovi modi di stare e vivere insieme, regole e responsabilità, ambienti naturali marini e terresti… alla fine del viaggio si torna a terra e accompagnati dagli educatori si riprende la scuola o il lavoro, il 90% di coloro che partecipa al termine dell’esperienza riprende un percorso di formazione e dei partecipanti in messa alla prova giudiziaria l’80% la supera con successo. Per noi, come educatori, “A Scuola per Mare” richiede molto sforzo, ma crediamo nel valore di questa iniziativa e siamo fieri di aver ottenuto quest’anno l’autorizzazione al funzionamento come Unità d’Offerta Sperimentale dal comune di Monza e l’iscrizione all’albo delle Comunità educative del CGM Lombardia.“
Perché la newsletter che racconterà questi cambiamenti si chiama “Fuori Rotta”?
Quando abbiamo fondato i Tetragonauti io e Marco Spagna abbiamo pensato di proporre progetti in barca perché in barca avere l’orizzonte aperto viene facile. Quello che facciamo con i nostri progetti è dare un’opportunità alle persone di aprirsi al futuro, sperimentare il cambiamento, la possibilità di provare strade diverse, andare fuori rotta per definirne una nuova per la propria vita. Allo stesso tempo, sin dai primi progetti e dai primi viaggi anche a noi, nonostante tanta progettazione e lo sforzo dei nostri comandanti, è capitato di andare fuori rotta, gli immancabili imprevisti sono sempre dietro l’angolo e bisogna farci i conti. Ecco, forse uno dei primi e più grandi insegnamenti che i Tetragonauti ci indicano quotidianamente e che vogliamo trasmettere ai destinatari dei nostri progetti è proprio comprendere come ogni giorno ci può essere qualcosa che va diversamente dal previsto, ma che andare fuori rotta non è sempre negativo. Imparare a gestire i cambi di programma dovuti al tempo atmosferico, al mare, alla barca o alle questioni “terrestri” che ci raggiungono in mare ci può rafforzare e arricchire.”
Nella pratica come può un’esperienza in barca a vela con I Tetragonauti aiutare a trovare nuovamente la rotta?
Il viaggio in mare diventa viaggio di cambiamento quando offre una possibilità pratica a chi sale a bordo di conoscere il mondo, conoscersi e conoscere altre persone. Le forti relazioni che si creano in barca sono secondo me un aspetto fondamentale, perché senza quei profondi rapporti umani non potremmo affrontare navigazioni così impegnative per ogni partecipante.
Inoltre, lo scambio interpersonale a volte ci sorprende! Per questo in molti progetti realizziamo navigazioni integrate tra persone apparentemente “diverse”: adolescenti e persone con disabilità, adolescenti e adulti, persone con diverse disabilità… vivere a bordo con compagni che ci sembrano differenti da noi ma di cui impariamo a riconoscere il valore, i sentimenti e le competenze è meraviglioso e permette di far accadere cose incredibili.”