La vela del Samaritano: un progetto per trascorrere del tempo felice!
Eccoci carichi per partire con questa nuova avventura! È il 20 settembre e con un fantastico pullman da gita scolastica partiamo da Codogno alla volta di Fezzano, in Liguria.”
L’avventura di cui scrive Giulio è il progetto “La vela del Samaritano”, nato in collaborazione con l’associazione Il Samaritano per offrire un momento di svago a pazienti o ex pazienti oncologici e ai loro care-givers. Ida, assieme al marito tra coloro che vi hanno preso parte, ricorda di essersi iscritta per curiosità, dopo il suggerimento della caposala del reparto di oncologia. Giulio, invece, rammenta il senso di gioia provocatigli dalla telefonata del suo dottore, quando, qualche mese fa, lo ha chiamato per proporgli questa vacanza.
L’intento della permanenza in barca, dal 20 al 23 settembre, era distogliere per alcuni giorni i partecipanti dalle problematiche relazionate con la malattia, fornendo loro un ambiente umano di scambio e accoglienza reciproca e un diversivo nelle attività quotidiane della vita in barca. Ida, su questo, si dice soddisfatta:
Io mi ero già predisposta che se fosse stato diversamente avrei cercato di gestire la cosa, ma eravamo tutti della stessa idea: trascorrere un tempo felice! Così abbiamo parlato poco o niente di quello che è il percorso della malattia, ma molto della barca, della compagnia delle persone e dei paesaggi che abbiamo visto.”
Oggi, tornati “a casa”, nell’attesa di rivedersi presto, tutti rammentano la tranquillità del comandante, il supporto prezioso delle due operatrici de I Tetragonauti e la magnifica atmosfera creatasi a bordo grazie al modo di essere unico di ogni partecipante. Per questo, tra i punti di forza dell’esperienza, che l’hanno resa così intensa, tutti citano il bel tempo di cui hanno goduto e la compagnia reciproca.
Anche oggi è una bella giornata di sole, ma non solo per il sole, anche perché siamo noi ad illuminarla con la nostra voglia di vivere” scriveva Giulio sul diario di bordo.
Nel corso dei giorni trascorsi in barca ogni momento è stato effettivamente un arricchimento: i pranzi all’aperto sul ponte, quando il comandante ha insegnato ai partecipanti prima ad issare le vele e poi a tenere il timone, quella volta che col gommone sono arrivati a Lerici in paese, i momenti in coperta a chiacchierare la sera, la ginnastica muscolare sul ponte al risveglio e il bagno a Porto Venere. Ida ammette che tutte queste attività l’hanno tenuta alquanto impegnata, ma ne è felice.
Pensate che io mi ero portata dietro due parole crociate per i momenti morti serali, ma di momenti serali di solitudine non ne abbiamo mai avuti! Ci siamo dimenticati del mondo fuori, i cellulari li usavamo giusto per la macchina fotografica. Soprattutto quando scendevamo a terra durante il giorno, la sera eravamo stanchissimi e non abbiamo il tempo di pensare a niente, perché eravamo sempre presi dall’essere insieme e dal fare qualcosa che fosse utile per il viaggio, anche cose banali come pulire la barca… Credo che sia un’esperienza che vale davvero la pena di essere vissuta, soprattutto per persone come noi, che ogni giorno sono costrette a vivere un po’ sul chi va là, barcamenandosi tra i controlli, per cui vivere la vita sembra quasi una novità.”
Read More